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IL MOSAICO PERDUTO

Passeggiando per il centro cittadino e sbirciando all’interno dei negozi si possono notare degli elementi insoliti che suscitano la nostra curiosità. Per esempio, dove si trovava il mosaico perduto?

È il caso di un noto esercizio commerciale, le cui vetrine si affacciano su Piazza Andrea Costa.

Se durante i miei tour ci troviamo a passare in questo luogo, mi fermo sempre per descrivere la storia millenaria della piazza, degli edifici che la circondano e dei reperti archeologici che ancora si trovano nel sottosuolo.

È un racconto affascinante, che parla di fiumi e di ponti, di commerci sull’acqua, di antiche corporazioni di pescatori e dei loro documenti in pergamena

Si prosegue narrando di guaite (ovvero quartieri), di chiese romane e medievali, di soppressioni napoleoniche, di re prussiani e di mosaici venduti

Dopo aver illustrato queste vicende scatta inesorabilmente la domanda fatidica: “tutto ciò si svolgeva davanti a una chiesa… e dov’è la chiesa?” 

San Michele In Africisco

Mi diverto moltissimo nel vedere le teste che ruotano cercando una chiesa perduta e dello stupore notando il campanile del XVI secolo svettante sui tetti!

Si tratta della chiesa di San Michele in Africisco, un luogo di culto costruito a metà del VI secolo d.C. 

Secondo tradizione il committente è Bacauda il cui suocero, Giuliano Argentario, è il banchiere sovvenzionatore delle basiliche coeve di San Vitale e Sant’Apollinare in Classe. 

Il tempio è talmente importante che nei secoli passati dà il nome alla guaita, cioè la zona circostante.

Dopo aver subito diverse trasformazioni, nel corso dei secoli, il luogo di culto viene sconsacrato nel 1805, in seguito alle soppressioni napoleoniche.

Successivamente, la chiesa viene acquistata da due privati – nel 1812 Andrea Cicognani, per 80 scudi, e nel 1820 Giuseppe Buffa – che la utilizzeranno come pescheria.

Il mosaico del VI secolo, presente nell’abside, è dapprima occultato per ragioni logistiche – lo spazio viene utilizzato come legnaia – poi venduto nel 1843 al re Federico Guglielmo IV di Prussia, per 200 scudi. 

Le leggi a tutela del patrimonio paesaggistico e culturale sono lontane: i due ravennati Corrado Ricci e Luigi Rava le elaborano solo ad inizio ‘900.

Il re di Prussia, dunque, compra il pregevole mosaico, lo fa distaccare e restaurare a Venezia. Oggi si trova presso il Bode Museum di Berlino.

Cristo mosaico Bode Museum Berlino

Durante questo spostamento si verificano diverse vicissitudini, tra sospetti di occultamento e di vendita delle tessere originali.

Inoltre, il mosaico subisce danni da bombe sia durante l’assedio austriaco del 1849 a Venezia che della Seconda Guerra Mondiale a Berlino.

Per questo motivo alcuni studiosi avanzano dubbi circa l’autenticità della decorazione musiva nel Bode Museum.

Io, naturalmente, dopo tanto parlarne, non resisto alla tentazione e organizzo un viaggio a Berlino, per vedere ciò che resta di questo splendore!

Che emozione entrare in questa sala e vedere sul fondo ciò che resta del capolavoro ravennate: il mosaico perduto!

Il catino absidale raffigura Cristo imberbe, con una tunica blu/ grigia decorata d’oro, un pallio porpora e un’aureola con croce gemmata.

Con la mano destra sostiene una croce gemmata mentre la mano sinistra regge un libro sacro aperto (Codex).

Codex San Michele in Africisco Bode Museum Berlino

Le due pagine mostrano una scritta perfettamente leggibile: “Qui vi dit me viditet Patrem” e “Ego et Pater unum sumus”, dal Vangelo secondo Giovanni.

Arcangelo Michele mosaico Bode Museum
L’Arcangelo Michele

Gesù è affiancato dai due Arcangeli Michele e Gabriele, con i loro nomi indicati sopra le loro aureole.

Arcangelo Gabriele mosaico Bode Museum Berlino
L’Arcangelo Gabriele

Lo sfondo è dorato mentre i sandali dei personaggi sacri poggiano su un prato dalle mille sfumature di verde, su cui sbocciano alcuni gigli stilizzati. 

San Michele mosaico Bode Museum Berlino

Un tipico paesaggio,  che siamo abituati a leggere nei mosaici ravennati!

San Michele in Africisco Bode Museum Berlino

L’intradosso dell’arco è decorato sulla sommità da un medaglione con l’Agnus Dei e da colombe in volo, incorniciate da ovali costituiti da vegetazione. 

Colombe mosaico Bode Museum

Sopra il catino absidale è raffigurato Cristo sul trono gemmato, con barba e vestito di porpora, affiancato dai sette angeli dell’Apocalisse, dotati di trombe.

Il momento drammatico del Giudizio Universale è sottolineato da alcune bande colorate fluttuanti, che raffigurano l’acqua e il fuoco.

Ai lati del catino absidale, su sfondo dorato, si intuiscono le sagome dei santi Cosma e Damiano e le iscrizioni con i loro nomi.

Oggi ciò che rimane sul luogo originale sono le mura del negozio, con l’abside che si vede dalle vetrine e che impreziosisce questo esercizio elegante.

Il Museo Nazionale di Ravenna conserva alcuni elementi superstiti: una transenna, finemente elaborata in marmo proconnesio, due preziosi capitelli e una pavimentazione mosaicata in marmo.

Siete curiosi di vedere ciò che resta di questa chiesa antica e preziosa? Chiedetemi di parlarvi di San Michele in Africisco…

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Anna Spinelli

    Semplicemente, grazie!

  2. Laura, Antonio, Rosella & Cristiano

    Grazie a Serena per averci guidato nel cuore di Ravenna alla scoperta del suo immenso patrimonio musivo.
    Il tour tra storia e anedotti è stato appassionante per merito dell’esposizione dettagliata e coinvolgente.

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